Una intervista dell’ANSA sulla questione Facebook-Tartaglia-Berlusconi

BERLUSCONI: WEB;ESPERTO,INTERVENTO INUTILE, NO SCERIFFI RETE
(ANSA) – ROMA, 15 DIC – ”E’ sperabile che non si ceda alla pressione del clamore suscitato dalla nota vicenda per imporre forme piu’ o meno indirette di responsabilita’ oggettiva dei fornitori di accesso all’internet, trasformandoli in ‘sceriffi della rete”’: e’ questo il parere di Andrea Monti, avvocato ed esperto di diritto della Rete, in merito alle nuove misure sul web che il governo sta valutando.

”Sottrarre al controllo della magistratura la verifica di cio’ che e’ lecito e cio’ che non lo e’ – aggiunge – significa legittimare forme di giustizia sommaria e in definitiva limitare gli spazi di democrazia per i cittadini onesti senza incidere sui comportamenti illeciti dei malintenzionati. Il codice penale gia’ punisce svariati reati che si possono commettere anche
online come la diffamazione, l’ingiuria, la violenza privata, le molestie, lo stalking, le interferenze illecite nella vita
privata, l’apologia di reato e l’istigazione a delinquere.
Quindi, non servono ‘nuovi’ reati per sanzionare fatti come quelli balzati agli onori della cronaca, se un magistrato li
ritenesse in violazione di legge.
Anche dal punto di vista degli strumenti investigativi la magistratura ha la possibilita’ di accedere ai dati di traffico e dunque di risalire al luogo dove si trovava il computer utilizzato per compiere l’atto illecito.
Un ipotetico intervento sul codice penale e su quello di procedura penale, dunque, sarebbe tecnicamente inutile”.
”Viceversa, ci sarebbero molti piu’ spazi di manovra intervenendo sulle componenti regolamentari del settore Tlc – sottolinea Monti – con la previsione dell’obbligatorieta’ dell’identificazione certa degli utenti di un servizio di comunicazione elettronica e, in parallelo, con il riconoscimento del cosidetto ‘anonimato protetto’, cioe’ della possibilita’ di usare la rete anonimamente, con il proprio fornitore di servizi che funge da garante dell’identita’ del soggetto, identita’ da comunicare solo alla magistratura in caso di commissione di reati. Si bilancerebbe, in questo modo, il diritto alla privacy
degli utenti con la necessita’ di poter individuare il responsabile di eventuali atti illeciti”