Echelon: reazione tardive delle istituzioni pubbliche
Nei giorni scorsi i mezzi di informazione hanno dato ampio risalto alla denuncia proveniente da organi istituzionali relativa al progetto Echelon, un sistema di intercettazione delle comunicazioni su scala mondiale realizzato dagli Stati Uniti in collaborazione con la Gran Bretagna, l’Australia e la Nuova Zelanda. Una delle proprietà rilevanti di questo sistema è la sua capacità di intercettare una comunicazione in base ai suoi contenuti, indipendentemente dall’indentità di chi la trasmette o la riceve.
Questo sistema esiste dal 1980 (i suoi “precursori” dal 1952) e varie notizie in merito erano “trapelate” in fonti pubblicamente disponibili, in particolare dal 1991 in poi.
Ma solo all’inizio del 1998 è arrivata all’attenzione della stampa a larga diffusione.
L’Unione Europea (stando alle informazioni pubblicamente disponibili) se ne è accorta soltanto un anno fa (cfr. il rapporto STOA – An Appraisal of Technologies of Political Control, European Parliament: Scientific and Technologies Options Assessment, Luxembourg, January 6, 1998) e ora le istituzioni italiane arrivano “buone ultime”.
Da quasi dieci anni l’Unione Europea (quindi anche l’Italia) è al lavoro per realizzare un Echelon continentale, denominato Enfopol.
Ma anche su questo tema le nostre autorità hanno conservato un ingiustificato silenzio, rotto solamente dalle dichiarazioni pubbliche dell’Ufficio del Garante per i dati personali (La Repubblica 2/2/99 pag.17) che – probabilmente non troppo avvertito della natura del problema – dichiara “i nostri dati sono sicuri,protetti da una legge… e da un tasso di automazione delle nostre amministrazioni che non è in grado di porci problemi”.
Un’affermazione – quella riportata dal quotidiano – doppiamente preoccupante, in primo luogo perché affida la tutela dei nostri dati personali ad una “confessione di arretratrezza tecnologica”, e in secondo, perché Echelon, Enfopol e in generale i sistemi di signal/communication intelligence, non si limitano di certo alle sole comunicazioni della Pubblica Amministrazione ma a quelle di tutti i cittadini che dunque rimangono senza protezione.
ALCEI è conscia della necessità di ricorrere a sistemi tecnolo gici sempre più potenti per contrastare fenomeni criminali che da molto tempo hanno trasceso i confini nazionali, ma esprime forti riserve sul modo in cui le istituzioni europee e italiane hanno gestito tali iniziative, privando la società civile della possibilità di esprimere la propria opinione in ordine alle scelte da compiere, esponendo tutti i cittadini a una sorveglianza potenzialmente clandestina e incontrollabile ed evitando la possibilità di eservitare un controllo democratico sulle decisioni prese.