Comunicato ALCEI del 3 settembre 1998

Un’ennesima, clamorosa campagna  di terrorismo e disinformazione sull’Internet

La notizia dell’indagine a carico di alcune persone accusate di possedere materiale "pornografico" ha offerto il pretesto per un’ennesima, e questa volta massiccia, campagna contro la libera comunicazione in rete; che ha invaso oggi le prime pagine dei quotidiani, per non parlare dell’evidenza con cui (ancora una volta) questo tema è ripreso dalle emittenti televisive pubbliche e private.

Come sa chiunque abbia approfondito l’argomento, la "pedofilia" (e più in generale la violenza, sessuale o non, contro bambini e adolescenti) è un male antico e complesso, profondamente penetrato nel tessuto della società, che non si guarisce né si intacca con campagne come questa, né con provvedimenti ipocriti e repressivi come la recente legge per la "tutela dei minori".

Non da oggi (ma oggi con particolare intensità e clamore) i grandi mezzi di informazione si accaniscono nel ripetere un’affermazione senzazionale quanto falsa: che esista un qualsiasi rapporto strutturale fra la circolazione di materiale più o meno proibito e illegale e le reti telematiche.

La diffusione clandestina di videocassette con contenuti talvolta orribili esiste da molti decenni (e per le fotografie da più di un secolo) e non è certo l’internet lo strumento più adatto per questo scopo, perché è troppo trasparente e permette un pò troppo facilmente di rintracciare i colpevoli (come di perseguitare innocenti, cosa che è già accaduta fin troppo spesso).

Queste campagne (come leggi e disposizioni repressive basate sugli stessi pregiudizi) non hanno efficacia alcuna nel reprimere il maltrattamento dei minori, mentre producono un danno enorme alla nostra cultura e alla nostra economia.

L’Italia è molto arretrata, nell’uso delle moderne tecnologie di comunicazione, rispetto a paesi di comparabile sviluppo economico e sociale.  La continua diffusione di notizie deformate e terrorizzanti non ha altro effetto che rallentare lo sviluppo della rete nel nostro paese, con danno per tutta la società civile e in particolare per le nuove generazioni.

Queste vergognose manipolazioni hanno un altro pernicioso effetto: favorire forme di censura e controllo della rete che, qualunque sia il pretesto, inevitabilmente si traducono in una repressione della libertà di parola. In breve, censura.  Sono il prodotto di due cose perniciose: ignoranza e ipocrisia.  Se non di una deliberata intenzione repressiva da parte di chi teme un troppo libero scambio di informazioni e di idee.

ALCEI – Electronic Frontiers Italy, l’associazione per la libertà nella comunicazione elettronica interattiva, chiede a tutti i cittadini della rete di diffondere il più possibile la protesta e di intervenire con la mssima energia possibile su tutti i mezzi di informazione, perché si cominci a capire che non siamo disposti a subire passivamente queste minacce alla nostra libertà.